mercoledì 26 gennaio 2011

Giornata della Memoria

Il 27 gennaio di ogni anno è la Giornata della Memoria, nella quale si ricorda l'Olocausto. Il 27 gennaio del 1945 infatti l'Armata Rossa sovietica entrava nel campo di Auschwitz.
Per l'occasione, vorrei rispolverare le foto che feci proprio ad Auschwitz-Birkenau, cinque anni fa, nel corso del viaggio che abbiamo fatto con la famiglia in Polonia.
Arrivammo ad Oswiecim, questo è il nome in polacco della cittadina tristemente famosa al mondo come Auschwitz (nome tedesco), e abbiamo avuto i nostri bei problemi per trovare il campo. Infatti, esso non è molto segnalato, visto che i polacchi non è che vadano proprio fieri che il loro paese sia famoso al mondo per aver ospitato il campo di sterminio nazista più famoso...
La cosa curiosa è che Auschwitz non è un brutto posto. Mi spiego: siamo andati là un pomeriggio di sole di agosto, la giornata era splendida. Tanto verde circonda una zona, nella quale si alza il filo spinato. Ecco il campo.
La sensazione è di vedere una specie di ospedale. Tante casette con i mattoni faccia a vista, con viali alberati e strade in ciottolato. Non sembra brutto, a vederlo.
Poi vai dentro, e attraversi il Museo. Lì cominci a vedere delle foto, e ti spiegano in tutte le lingue. Ti viene assegnata una guida, se vuoi. L'ingresso è ad offerta. Dentro, ti spiegano che ti devi comportare come in un cimitero: voce bassa, niente schiamazzi. Le foto sono libere.
Sarà per "Schindler's List", o non so perchè, mi venne l'idea di fare foto in bianco e nero.
E così, fuori dal museo, vidi la famosa scritta.
ARBEIT MACHT FREI, il lavoro rende liberi. Una macabra presa in giro.
Si è travolti, una volta dentro, dai fili spinati. Sono ovunque. Ti immagini cosa succedeva, lì, dove adesso passeggi tranquillamente.
I fili spinati erano elettrificati, e tanti prigionieri si sono gettati appositamente contro le recinzioni per farla finita, per non dovere più correre agli appelli, o subire angherie.
Si arriva alla piazza dell'appello. Lì era dove alla mattina presto e alla sera tardi i prigionieri venivano contati, e ricontati e contati ancora.
Dovevano stare là, per ore, magari al freddo polacco invernale, fermi immobili, in attesa di chissà cosa. 
Chi cadeva, aveva semplicemente finito di vivere.
In quella piazza innumerevoli sono state le esecuzioni sommarie.
Eppure, a vederla così, continua a dare l'impressione di un posto anche piacevole. Ma i fantasmi, cominci a sentirli.
Alcuni Block sono visitabili. Li chiamavano così i nazisti. Erano le camerate, che qui ad Auschwitz erano in muratura, mentre a Birkenau erano in legno.
Piazza dell'appello
Auschwitz è il campo 1, il primo. Qui lavorava il dottor Mengele, qui faceva i suoi deliranti esperimenti. Più avanti nella guerra, secondo un semplice ragionamento aziendalista, i nazisti per aumentare la produzione, hanno fatto investimenti, e si sono allargati, costruendo Birkenau, il campo 2. Successivamente, faranno anche Birkenau 3 (Monowitz, famoso per Primo Levi), un altro campo, quando il delirio della Soluzione Finale arriverà all'estremo.
Nei Block ci sono delle esposizioni. Documenti, fotografie, prove. Le prove che qualche idiota rifiuta ancora oggi, dicendo che tutto questo è una montatura.
In un Block ci sono le valigie (segnate con i nomi, visto che ai prigionieri veniva detto di segnarle, che poi sarebbero state restituite), occhiali, scarpe, materiali vari da bagno, e capelli. Una montagna enorme di capelli.
I prigionieri venivano completamente rasati, ed i capelli venivano conservati. Potevano venir buoni per costruirci qualcosa. Non è stato buttato via nulla. E tutto veniva catalogato. Ci sono anche i documenti di carico e scarico del gas ZyklonB, che con teutonica precisione annotavano.
Liste, liste, enormi liste di nomi. Tutti i prigionieri, almeno all'inizio, venivano catalogati. Nomi, cognomi e provenienza. Allucinante.
Ad Auschwitz ci sono ancora le camere a gas ed i forni crematori. Ce n'erano due, e i tedeschi in fuga non hanno fatto in tempo a distruggerli, come hanno fatto a Birkenau.
Entrare in una camera a gas è un'esperienza che ti fa star male.
C'è questa porta, stranamente grossa. Entri, e c'è buio. Adesso, c'è un altarino, in mezzo allo stanzone. Ci sono dei lumini accesi, in memoria di chi lì dentro c'è morto, e sono tanti.
Lo stanzone è lungo, e stretto. Chissà in quanti entravano qui dentro. Quando siamo andati noi, c'erano sì e no, venti o trenta turisti, spauriti e silenziosi.
Loro, gli ebrei, erano tanti di più. E guardavano in alto, verso i tubi delle docce. Gli veniva detto che andavano a fare la doccia. Invece, li gasavano.
Poi, alcuni prigionieri erano addetti allo spostamento dei cadaveri ai forni, che erano proprio a fianco.
L'immagine è quella di un forno vero e proprio, come quelli per fare il pane o la pizza. Solo che lì ci hanno bruciato la gente.
Il fumo usciva dai comignoli, che sinistri si alzano ancora oggi al cielo.
Le ceneri invece venivano gettate nello stagno, dove oggi crescono alberi enormi.
Lì, chi è credente di una qualsiasi religione, può fermarsi in preghiera. Quegli alberi, sono un po' come una testimonianza dei defunti, che vivono in quei rami ed in quelle foglie.
Dopo Auschwitz, un pulmino ti porta a Birkenau, che dista un paio di chilometri.
Se Auschwitz abbiamo detto che alla fine sembra anche un posto decente, adesso, Birkenau è sinistro e malvagio.
A Birkenau l'efficienza tedesca nell'uccidere ha raggiunto picchi incredibili.
I binari arrivano fin dentro il campo. I prigionieri scendevano, e venivano subito selezionati. Alcuni non hanno mai neanche visto le baracche. Scendevano dai treni, segnavano le valigie, ed ordinatamente sfilavano verso le camere a gas ed i forni.
Di baracche, a Birkenau, ce ne sono poche in piedi. Ci sono però enormi file di comignoli. Infatti le baracche erano di legno, ma i comignoli di pietra, e quelli sono rimasti in piedi.
Birkenau è enorme. Fa impressione. Le file di comignoli sono lunghissime. Qui dentro c'è passata tantissima gente, e pochissima è sopravvissuta.
Qualche baracca è in piedi, e si può visitare.
L'atmosfera qui è pesante. Se ad Auschwitz a regola i fantasmi li intuivi, qui li soffri. A Birkenau se non stai male, vuol dire che non sei un uomo.
Le baracche fanno schifo ancora oggi, che sono pulite, vuote e ordinate. Figurarsi quando erano sporche, puzzolenti, piene di topi e di cadaveri ambulanti.
Ci spiegano che i prigionieri più forti stavano in alto, dove non erano disturbati dai topi. Man mano che scendevi di posto, ti avvicinavi alla morte.
Chi dormiva a livello terreno, era condannato. Perchè se non lavoravi, o se non scattavi a qualsiasi ordine, venivi giustiziato. E se ti ammalavi, era la fine.
Se dormivi in basso, ti ammalavi sicuro, perchè l'umidità ed i topi ti condannavano.
Le camere a gas a Birkenau non ci sono più, sono state distrutte dai nazisti in fuga, per evitare che si raccontasse cosa era successo lì.
Ed invece lo sappiamo, cosa è successo ad Auschwitz ed a Birkenau. Lo sappiamo perchè i sopravvissuti ce lo hanno raccontato, e noi abbiamo il dovere di non dimenticare quello che hanno passato, e raccontarlo a chi verrà dopo di noi.
Perchè una cosa del genere non possa più succedere, da qualsiasi parte venga.
In un altro viaggio, l'anno scorso, ho visitato un palazzo a Phnom Pehn, dove gli scagnozzi di Pol Pot torturavano a morte gli oppositori. Stessi campi di sterminio, per ideologie diverse, ma tragicamente uguali.
Il 27 gennaio di ogni anno è la Giornata della Memoria. Dovere chi chiunque sia dotato di un minimo di senso civico è quello di rendere omaggio ai caduti, e di ricordare.
Spero, nel mio piccolo, di avere adempiuto a questo dovere, con questo piccolo ricordo.


domenica 23 gennaio 2011

Orrore

Siamo in un Paese nel quale dedicare una laurea ricevuta ad honorem in giurisprudenza a magistrati che fanno il loro dovere, "fa orrore". E nessuno ribatte dicendo che fa orrore invece sentire parole del genere.
Siamo veramente messi male.

Spese invece cosa fa orrore a me?

Non sapere cosa è successo ad Ustica.
Non sapere chi ha messo la bomba a Piazza Fontana.
Non sapere chi ha ucciso quella gente a Piazza della Loggia.
Sapere che un paese non dà l'estradizione ad un terrorista perchè l'Italia ha una brutta reputazione.
Vedere immigrati costretti a salire su un tetto per riuscire a farsi notare.
Sapere che operai a Mirafiori hanno dovuto votare sul loro futuro sotto ricatto.
Vedere politici che di fronte a accuse precise, circostanziate e provate nei loro confronti di indubbia immoralità non si dimettono.
Vedere il proprio Comune che costruisce un inceneritore, sapendo benissimo che causerà malattie e morte a chi verrà dopo di noi.
Sapere che un giovane su quattro non lavora nè studia, ma aspetta il colpo di fortuna guardando la tv.

A me non fa orrore Roberto Saviano, guarda un po'...

sabato 22 gennaio 2011

Giuste prospettive

Avevo intenzione di tentare di buttare giù qualche riga su come mettere alcune obiezioni che arrivano sulle vicende che purtroppo ammorbano la politica italiana degli ultimi giorni, ma poi ho sentito qualcuno, più bravo di me, che lo faceva in modo molto più organico e preciso.
Ed allora, gli lascio la parola:





Non credo ci sia bisogno d'altro.

lunedì 17 gennaio 2011

Per quanto tempo ancora?

Adesso abbiamo capito perchè quella notte qualcuno ha insistito con il suo capo scorta per avere informazioni su quella ragazza fermata a Milano. Abbiamo capito perchè "la nipote di Mubarak" doveva assolutamente lasciare la Questura senza essere identificata e senza parlare con nessuno.
O meglio: i dati e le notizie per capire ci sono tutti. Adesso però bisogna mettere in moto il cervello, e non tutti ne sono capaci, purtroppo.

Chiedo a chiunque sia di idee diverse dalle mie, e quindi in passato ha votato, in assoluta buona fede, sperando in un futuro migliore, per coloro che sono al potere in questo momento: per quanto tempo ancora dovremo sopportare tutto questo?

Per quanto tempo ancora dovremo lasciare il Paese in mano a gente che non ha altro in testa che non sia risolvere i cazzi propri, infischiandosene bellamente dei reali problemi che abbiamo? Io capisco che si sia voluto provare: diamo il governo in mano ad un imprenditore di successo, se ha fatto i soldi lui, sa come si fa, e risolverà tutti i problemi. E' evidente che non è così, anche agli occhi del più facinoroso sostenitore, secondo me. Ma tant'è. 
Io capisco che non si abbia fiducia nelle alternative, e non si hanno tutti i torti, tra l'altro. Ma ora è evidente che bisogna dare una sterzata.

Per quanto tempo ancora dovremo vergognarci di essere italiani? Tutto il mondo ci ride dietro, è evidente, leggendo i giornali esteri e ascoltando i reportages delle tv straniere. In Italia esiste un settimanale, "Internazionale", che traduce gli articoli della stampa straniera in italiano: andatevi a leggere cosa dicono i giornalisti stranieri. Quando sono gentili, si chiedono come sia possibile che gli italiani non si rendano conto di cosa stia succedendo.
Ma coloro che sono cattolici e credenti, come possono sopportare quello che sta accadendo?

Per quanto tempo ancora dovremo ascoltare le storie dei complotti e delle congiure? Perchè se vengo convocato io dalla Guardia di Finanza per dei chiarimenti rispetto alla mia attività professionale (e come testimone, non come indagato...) devo volare a parlare con loro, mentre qualcun altro fa i messaggi video?
Ma possibile che tutti i magistrati negli ultimi 16 anni, tutti i giudici, tutti i testimoni siano parte di un complotto della sinistra?
Ma secondo voi, se la sinistra fosse così potente, perchè non è al potere?

Per quanto tempo ancora dovremo sopportare ministri, esponenti politici di primo piano, sottosegretari, presidenti che non sono in grado di coniugare un congiuntivo? Un immigrato che chiede la cittadinanza deve sostenere un esame di italiano, mentre i politici possono dire qualsiasi castroneria?

Per quanto tempo ancora avremo la netta sensazione di vivere in un mondo parallelo? Perchè sfido chiunque, di qualsiasi idea politica, a dimostrarmi che i problemi che si trova ad affrontare tutti i giorni siano il legittimo impedimento, oppure il processo breve, oppure sapere cosa pensano i rottamatori, o i responsabili.

Per quanto tempo ancora dovremo sopportare il fatto che ad una troietta di 17 anni vengano promessi cinque milioni di Euro, oltre alle cifre comunque già incassate per prestazioni varie, mentre agli operai di Mirafiori viene chiesto mediante referendum di aumentare le ore di lavoro ad piacere, guadagnando mille Euro al mese, e ci si scandalizza se magari poi qualcuno si incazza?

Ho sempre più la sensazione di vivere dentro un film dell'assurdo, uno di quelli dei Fratelli Coen, per intenderci, oppure dentro una realtà parallela, dove i valori morali sono rovesciati, e la gente non riesce a comprendere ciò che è evidente e solare.

Sarò sbagliato io sicuramente, ma questa sensazione ormai è veramente devastante. E la cosa allucinante è guardare i sondaggi, e vedere che questa gente viene votata potenzialmente ancora dal 40% abbondante degli aventi diritto.

Ma cosa deve succedere di altro perchè possiate cambiare idea?

giovedì 13 gennaio 2011

Differenze

L'altra sera sono stato all'Auditorium Paganini, ad ascoltare la conferenza intitolata "Dalla culla alla culla". Si trattava di due esperti, un tedesco ed un americano, che spiegavano come stia cambiando la concezione di costruire oggetti, partendo dal fatto che i materiali che compongono questi oggetti siano totalmente riciclabili.
Quindi, si costruiscono sedie e mobili per ufficio completamente riciclabili, tanto che alla dismissione di uno di essi, nessun materiale che compone l'oggetto viene disperso nell'ambiente, ma tutto viene riutilizzato.
E così per diverse cose, anche le più impensabili.
Si costruiscono case completamente integrate nell'ambiente, che producono più energia di quella che consumano, utilizzando fonti pulite, completamente coperte di verde (si coltiva sui tetti), non rubando così spazio all'agricoltura.
Mi sono ritrovato, per una sera, nel futuro.
Il futuro che mi auguro, almeno.

Una cosa mi aveva fatto pensare: scorrendo l'elenco delle società che in Europa e negli USA sono impegnate in questa missione, non ne ho notate di italiane. Ce n'erano di olandesi, di danesi, di tedesche, di americane, ma di italiane, neanche l'ombra.

Poi, sono tornato a casa. Ho acceso la tv.
Stavano parlando di legittimo impedimento, di senso di responsabilità, di referendum fra lavoratori, si giustificavano scelte di fuga dall'Italia, si chiedevano alleanze, si discuteva di riforme della giustizia.

A volte ho la sensazione di vivere in una bolla. Non so se capita anche a voi.
Avete i problemi davanti, e sono importanti. L'inquinamento, i rifiuti, l'ambiente, il punto di non ritorno ormai raggiunto. E avete la sensazione che queste cose, che capite VITALI, interessino solo a voi.
Gli altri, intorno, parlano di alleanze, di come sfuggire ai processi, di escort, e di magistrati comunisti.
Sentite che ci sono problemi di rifiuti, e sentite come gente continua a dire che essi vadano sepolti, o bruciati. Come se ci fosse un buco tanto grande da seppellirli tutti, da qui alla fine del mondo, o tanta materia da permettere di bruciare tutto, da qui alla fine del mondo.
Possibile che non si capisca che non può essere una soluzione definitiva? Che bisogna cambiare strada?
Possibile che solo in pochi lo capiscano?

Il professor Michael Braungart lunedì sera ha detto, parlando della presunta troppa popolazione umana sulla Terra, che le formiche tutte insieme sono 4 volte la massa vitale di tutti gli esseri umani. Ma non producono rifiuti.
Ha concluso dicendo: "Non siamo troppi. Siamo semplicemente stupidi".

Come ha ragione.

domenica 9 gennaio 2011

10 gennaio, marzo si avvicina

Sono ufficialmente finite le vacanze di Natale.
A dir la verità noi a Parma abbiamo un'altra festicciola, visto che giovedì è Sant'Ilario, il Patrono, ma ormai siamo protesi verso il 2011.

Questo vuol dire due cose: a) si toglie dalla naftalina il Regolamento di softball, e si comincia a ripassare; b) si va in dieta.

Il 28 marzo comincia infatti la Italian Softball League (ISL), la settimana dopo la A2 con la Coppa Italia e poi via a tutti i campionati. Vuol dire che ci stiamo avvicinando alla nuova stagione, e bisogna mettersi a posto.
Quindi, da lunedì sera si comincia a leggere e a ripassare RTG, con quiz, situazioni create ad hoc, e studio di casistiche particolari. Quest'anno, l'aguzzino (Magnani) ha pensato bene di organizzare delle serate ad argomento, e a farle trattare direttamente a noi, con lui che farà obiezioni e domande. 
Inutile dire che siamo terrorizzati. 

Ma è anche l'unico modo per mettersi bene in testa le cose.
Quindi, su le maniche. Finite feste, cene ed ingollamenti, si ricomincia con lo studio, la dieta, e l'applicazione!

Fra 77 giorni si comincia!

sabato 8 gennaio 2011

Nucleare, no thanks.

Stanno uscendo sulle principali televisioni degli spot, sul Forum Nucleare: sei a favore o contro il nucleare?
Sono andato a vedere il sito, e ho notato subito che il presidente del Forum Nucleare è Chicco Testa, ex Legambiente, e successivamente presidente di Enel per 6 anni. Non esattamente uno neutrale, quindi.

Ci sono le opinioni di quelli che ne sanno, e mi pare che il sito penda "leggermente" a favore del nucleare, e non potrebbe essere altrimenti, vista la posizione del Governo e la campagna lanciata sottacqua per riportare fra i temi all'ordine del giorno il ritorno all'energia atomica. Metterlo in primo piano sarebbe troppo, visti i problemi ad arrivare alla fine del mese di molti, e così è stato un po' nascosto.

Leggo opinioni di super esperti che dicono che ormai la tecnologia nucleare è super sicura, e che i rischi di Cernobyl sono ormai paleolitici. Vedo che sul problema delle scorie invece i super esperti tendono a glissare, dicendo semplicemente che all'estero il problema è stato risolto.

Ecco, appunto. All'estero.
Sarò chiaro fino in fondo: personalmente non mi fido degli italiani. Visti i casini che riusciamo a fare con i rifiuti normali, quelli delle città, non vedo come possa essere possibile essere capaci di gestire scorie super radioattive e pericolosissime che resteranno tali per secoli.
L'energia nucleare lasciamola fare a chi ne è capace, se i cittadini di quel paese accettano il rischio. Noi italiani non lo siamo, e lo abbiamo abbondantemente dimostrato.

Sono anti italiano, sfascista e anche un po' stronzo?
Può darsi. Ma la mia idea è questa. Abbiamo tanto sole, tanto vento e diverse possibilità di attingere ad energia pulita. Perchè andare a cercarsi problemi gratis?

Occhio quindi alle campagne striscianti e rassicuranti sull'energia nucleare. Non vedono l'ora di fare soldi anche sulle scorie nucleari, come sui rifiuti urbani.

venerdì 7 gennaio 2011

Napolitano, professione politico

Il Presidente della Repubblica oggi è a Reggio Emilia, per i festeggiamenti dei 150 anni della Unità d'Italia. Di quei 150 anni, Napolitano ne ha vissuti 57 quale politico. Più di un terzo.
Il Consigliere Comunale a Reggio Emilia per il Movimento 5 Stelle, Matteo Olivieri, ha scritto una lettera aperta al Presidente Napolitano.
Eccola.

Gentilissimo Presidente della Repubblica, come cittadino prestato temporaneamente alla politica, eletto in una Lista Civica 5 Stelle, Le scrivo in merito al discorso di Capodanno nel quale ha affrontato il tema del disagio del mondo giovanile. In quell'occasione mi sono tornate in mente tante nostre, inascoltate battaglie politiche, che vorrei rammentarLe, convinto che aiutino a comprendere perchè tanti giovani si sentono stranieri in patria. Ci troviamo di fronte ad una classe politica gerontocratica, chiusa in sè stessa, che si è fatta "monarchia partitica". Non voglio essere irriverente, ma Lei è nelle Istituzioni ininterrottamente dal 1953. Se non si pongono limiti temporali ai mandati di partito nelle Istituzioni o negli enti e partecipate di vario grado, violando la Costituzione che vede nei partiti uno strumento di organizzazione elettorale, e non di occupazione dello Stato, si favorirà il perpetuarsi di una situazione degenerata dove la politica diventa professione, e chi fa politica difende il suo benpagato lavoro. Mio nonno, quando votò per la Repubblica, non pensava di regalare il Paese ai moderni "nobili di partito", a spese dei cittadini. Chi ha combattuto per la Libertà sessantacinque anni fa, non lo fece per i condannati in Parlamento. Devo rammentarLe che in Senato giace, da più di tre anni, una proposta di legge d'iniziativa popolare "Parlamento Pulito", firmata da 350.000 cittadini in soli due giorni, che chiede tre cose : ineleggibilità in Parlamento di condannati per reati penali in via definitiva; limite di due mandati nelle Istituzioni; scelta diretta dei propri candidati in Parlamento, come avviene per i Comuni, le Regioni, il Parlamento Europeo. Negli ultimi 15 anni si è andati, sempre di più, verso il tradimento della volontà popolare. I referendum previsti dai nostri padri costituenti sono stati traditi. Nel 1993 i cittadini votarono a larga maggioranza per abolire il finanziamento pubblico ai partiti. Nel 1999 i partiti, con un trucco semantico, diedero vita ad una nuova legge che fissa lauti "rimborsi elettorali" per le elezioni regionali, politiche, europee. Negli ultimi anni è stato distribuito un miliardo di euro ai partiti che poteva essere investito nell'istruzione pubblica. Posso testimoniare, dato che il MoVimento 5 Stelle rinuncia ai "rimborsi elettorali" per rispetto della volontà dei cittadini in primis, che si può far politica senza quei soldi ... Nel 1993 i cittadini decisero con un referendum di cambiare la legge elettorale con le preferenze uninominali. Nel 2006, i partiti hanno cambiato la legge elettorale, infischiandosene dei cittadini, abolendo la preferenza uninominale dando vita a liste bloccate dove le segreterie dei partiti decidono chi mandare in Parlamento. Gentile Presidente, in attesa di riscontri, Le porgo distinti saluti. Matteo Olivieri, Consigliere Comunale, Lista Civica Reggio 5 Stelle

martedì 4 gennaio 2011

Le quattro "ERRE"

Torniamo a parlare di rifiuti, in vista dell'appuntamento del 10 gennaio, la conferenza "Dalla culla alla culla", organizzata dal Comitato Gestione Corretta Rifiuti.
Lo faccio, copiando ed incollando il post di oggi del blog proprio del CGCR, che parla della risposta da dare a chi chiede "Ok no all'inceneritore, ma voi cosa proponete? Volete che diventiamo come Napoli?", che è una domanda ingenua, e che rivela una grande disinformazione.
Leggete:

Ci sentiamo domandare spesso in che cosa si concretizzi l'alternativa all'inceneritore che andiamo proponendo.
I dubbi sui danni provocati dall'impianto di incenerimento sono chiariti, è scontato che faccia male, ora si va oltre e si guarda al dopo, al come si fa senza bruciare.
L'alternativa “sono” le mani dei cittadini, come va ripetendo Paul Connett, che a maggio dello scorso anno ha presentato all'Onu anche la situazione di Parma, che rischia i suoi prodotti alimentari di pregio per far guadagnare un'impresa privata.
L'alternativa sono le mani di coloro che selezionano e separano i materiali nel modo corretto in casa, sul lavoro, prima che i materiali diventino rifiuti.
La gestione dei rifiuti deve rispettare la normativa europea, che propone la scaletta delle “4R”: riduzione, riuso, riciclo, recupero.
Le quattro erre sono in ordine di importanza e vanno applicate in questa sequenza, lasciando in coda, all'ultimo posto, il recupero, che non significa inceneritore.
Iren inverte l'ordine di importanza, visto che ha posto il recupero (pseudo energetico, tramite incenerimento) al primo posto, capovolgendo l'ordine della normativa e applicando una gestione rivolta allo smaltimento e non al riciclo, proponendo un recupero che di fatto è solo bruciare materia per incassare quattrini.
Una casa non la si costruisce dal tetto.
Il recupero è solo l'ultimo anello della catena dei rifiuti, e ne riveste un'importanza limitata, perché, applicando le misure corrette, il residuo da trattare è limitato.
L'Europa insomma dice agli Stati membri che al primo posto, sopra a tutto, c'è la riduzione dei rifiuti.
Cosa significa?
Come per l'energia, di cui si afferma che il miglior risparmio sia di consumarne meno, anche per i rifiuti il primo approccio deve essere quello di applicarsi seriamente per produrne di meno.
Come si fa?
Ci sono tante buone pratiche che ci possono condurre alla riduzione dei rifiuti.
Ad esempio eliminando dalle mense pubbliche le bottiglie di plastica, e utilizzando l'acqua dell'acquedotto. E' automatico che si riduca drasticamente il numero di bottiglie, da produrre e poi da smaltire.
Questa buona pratica la si può incentivare anche nelle famiglie, proponendo filtri che tolgano il cattivo sapore di cloro e sostenendo economicamente la scelta.
Le fontane pubbliche con acqua filtrata rispondono allo stesso obiettivo, quello di ridurre il consumo di acqua minerale imbottigliata, che comporta anche un consumo di petrolio per i trasporti conseguenti, con bilici di bottigliette che da nord vanno a sud, e da sud vanno a nord, in un insensata trama di migliaia di inutili chilometri.
Fontane da installare ai quattro punti cardinali della città, per evitare che la ricerca di inquinare meno si traduca in un inquinare di più, con auto a zonzo.
Ancora nelle mense si possono eliminare le stoviglie monouso per riportare l'utilizzo della ceramica e dei bicchieri in vetro. Questa manovra di contrasto all'usa e getta potrebbe svilupparsi tra i cittadini, attraverso apposite convenzioni e/o tassando pesantemente uno spreco così assurdo.
Il comune di Salerno ha avviato la raccolta separata dei pannolini, offrendo alle famiglie un contenitore dedicato. I pannolini nel nostro territorio ammontano a 9000 tonnellate all'anno, che opportunamente intercettate, eviterebbero di sporcare il rifiuto indifferenziato.
Comuni come Colorno hanno adottato un progetto di incentivazione per i pannolini lavabili, che consente anche un forte risparmio economico per le famiglie. Colorno è capofila dell'Associazione dei Comuni Virtuosi, esempi di come si possa in Italia essere concretamente a favore dell'ambiente.
E' in corso la sperimentazione, finanziata da una importante azienda produttrice, di un sistema che tratti i pannolini separando la parte cellulosica da quella plastica e da quella organica: questa macchina, completamente automatica, consentirà di riciclare i pannolini, e sarà utile specialmente in ospedali e comunità.
Non molti anni fa era ancora una pratica comune l'utilizzo del vetro a rendere.
In Germania questa pratica consente il recupero del 100% delle bottiglie di birra. Il sistema è quello ben noto, anche da noi, della cauzione, tramite la quale si è sollecitati a riportare al negozio le bottiglie vuote per recuperare il sovrapprezzo.
Ma noi siamo ancora molto indietro e per giungere davvero alla riduzione ci sono tanti passi da fare.
Oggi infatti apparentemente, ma solo apparentemente, i parmensi sono spreconi e inquinatori, perché producono troppi rifiuti: 600 kg circa all'anno per persona.
E' un dato falsato, perché non si considera che i cassonetti stradali, dove ancora ci sono, e purtroppo da molte parti è così, sono pieni di rifiuti di origine commerciale e industriale (rifiuti denominati “speciali”), che invece non andrebbero confusi con quelli urbani, prodotti dalle famiglie.
In più i cassonetti stradali sono tombe per materiali riciclabili. Una volta entrati lì, ne escono solo come materia da bruciare. Chiunque può aprirne uno e osservare quanta carta, plastica, cartone e organico contengano.
E' la netta maggioranza del materiale contenuto.
E' un enorme spreco di risorse.
Mischiando l'urbano con lo speciale di origine commerciale, i cittadini si fanno carico di rifiuti che non sono di loro produzione ma di competenza delle attività, facendo salire l'asticella della produzione pro capite.
Facile poi affermare: “Produciamo troppi rifiuti!” - e - “Non possiamo che costruire un inceneritore!”.
Ma sono dati non corretti, falsati!
Nei territori dove i cassonetti stradali sono stati eliminati e la raccolta è diventata al 100% porta a porta, la riduzione dei rifiuti è stata drastica, e a volte addirittura si è dimezzata.
E' ipotizzabile infatti che una produzione corretta di rifiuti sia di circa 250 Kg all'anno per persona.
E' ipotizzabile, visto che ad esempio in Veneto è così, che la produzione pro capite di rifiuti residuo possa collocarsi tranquillamente sia al di sotto dei 100 kg all'anno.
Si capisce che il “primum movens” sia quindi l'eliminazione dei cassonetti stradali, per consentire davvero di capire quanto producano i cittadini, per favorire un conteggio preciso e puntuale e non raffazzonato come oggi.
Senza cassonetti si applica una raccolta spinta porta a porta, che si traduce in una corretta separazione a monte dei rifiuti.
E' la separazione la chiave di volta del sistema.
Una corretta raccolta comincia nelle case dei cittadini ed in particolare in cucina.
E' qui che si può separare la frazione organica, che rappresenta il 30% dei nostri rifiuti, facendola diventare un'importante risorsa per il nostro territorio, il compost, concime naturale e ricco di sostanza viva e fertile. Il nostro organico, una volta trasformato in compost di qualità (non però con i sacchetti di plastica che ci da Iren, che rovinano proprio la qualità del raccolto) possiamo utilizzare questo bene prezioso per arricchire i terreni e ridonare humus ed energia pulita alle nostre coltivazioni.
Ma cosa sono in fondo i rifiuti?
Fino a un attimo prima di essere scartati erano materia.
Il valore intrinseco di un oggetto non cambia solo perché abbiamo deciso che non ci serve più.
Ecco che allora l'energia che è servita per produrlo va assolutamente preservata.
Se l'oggetto lo bruciamo, l'energia si perde.
Se lo ricicliamo, si mantiene.
Se vogliamo scegliere la strada indicata dall'Europa non possiamo disperdere la loro energia e dobbiamo fare tutto il possibile per riutilizzarla.
Il 15% dei nostri rifiuti è costituito da frazioni plastiche, che possono essere recuperate per nuovi utilizzi, al 100%.
Invece Enia oggi una parte la brucia. Come mai?
E' sufficiente introdurre una semplice macchina, l'estrusore, per trasformare i residui plastici in sabbia sintetica, da utilizzare in successive produzioni di manufatti, facendo a meno di portare a combustione un materiale che è responsabile dell'emissione di diossine.
La carta invece rappresenta il 25% dei rifiuti e Parma è già in grado di far fronte a queste necessità di trattamento, con impianti sofisticati che già sono attivi sul nostro territorio.
Il legno, 3% dei rifiuti, va trattato per essere utilizzato di nuovo come legno, e non certo per alimentare la caldaia del forno.
I tessili, che anch'essi rappresentano un 3% dei nostri rifiuti, sono riutilizzabili.
Come anche il vetro, 10% dei rifiuti, che si può riutilizzare migliaia di volte, ed è praticamente eterno.
I metalli, 4% dei rifiuti, sono facilmente recuperabili e riutilizzabili.
Da tutto questo conteggio rimane un 10% di materiali diversi, composti delle stesse frazioni recuperabili di cui sopra. Questa ultima frazione può essere ridotta ulteriormente, migliorando la raccolta differenziata, testando la possibilità di utilizzo in un impianto di estrusione per miscelarla con le frazioni plastiche e se l'umidità di questa frazione è bassa il gioco è fatto.
Si capisce, al termine di queste considerazioni, che non abbiamo un magico macchinario che da solo risolve tutto. La gestione dei rifiuti è un mix di pratiche corrette da parte dei cittadini, e cura del trattamento da parte di chi si occupa della raccolta.
Ovvio che anche la produzione deve fare la sua parte, riducendo l'entità degli imballaggi e producendo solo materiali riciclabili: c'è bisogno dell'intervento del legislatore, che spinga le aziende verso questa direzione ormai obbligatoria, c'è bisogno dell'università, che studi le strade corrette e più semplici per raggiungere il traguardo della produzione 100% riciclabile.
I rifiuti, a ben vedere, sono in realtà miniere di materia e si possono trasformare da problema a risorsa.
Ed anche il rifiuto che residua da questa impostazione corretta di gestione risulta essere una quantità comunque inferiore ai residui che ogni anno produce un impianto di incenerimento come quello in costruzione ad Ugozzolo.
Per entrare un attimo nel novero dei numeri, a fronte di un residuo di materiali inerti di 26 mila tonnellate adoperando il sistema alternativo, l'impianto di Ugozzolo emetterà invece 39 mila tonnellate di ceneri pesanti, ricche di diossine e metalli pesanti, che andranno stoccate in discariche speciali. Un rifiuto pericoloso e difficile da gestire.
Per non parlare degli inquinanti emessi in atmosfera.
Trasformare la materia in rifiuto gassoso, inquinando l'aria, è solo spostare la discarica dalla terra al cielo.
La gestione stessa di questo importante comparto, direttamente legato alla qualità ambientale, non dovrebbe essere affidata a imprese lontane dal territorio, ma potrebbe entrare a far parte di una azione di sistema che coinvolga anche gli stessi utenti-cittadini e le aziende del territorio.
Un sistema che porta alla salvaguardia di un territorio ed al suo miglioramento, invi incluso un ritorno economico per le famiglie utenti ma anche socie in queste macro aree gestite in modo autonomo e coordinato tra di esse.
Un sistema che spinga le aziende a compartecipare al trattamento dei nostri scarti, perchè solo in questo modo tutti si possono impegnare alla loro migliore gestione.
Una provincia come la nostra potrebbe organizzarsi in 4 aree omogenee, 2 in pianura, 2 in collina, nelle quali sistematizzare la gestione ambientale con trasparenza e a vantaggio di tutti.
E' il sistema della Dac, la Denominazione di Ambiente Certificato, una sigla che vent'anni fa era venuta a galla nel corso di un convegno ispirato dal chimico Lino Barbieri, allora forse troppo avanti nella prospettiva, ma che oggi torna di assoluta attualità ed interesse.
In natura, il rifiuto non esiste.
Dobbiamo solo copiare questo modello.
Senza nulla aggiungere.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

lunedì 3 gennaio 2011

Idioti

Forse vi ho già parlato della mia teoria che dice che il numero degli idioti in questa nostra Italia sta crescendo in maniera esponenziale.
Inizio d'anno, e vedo due notizie che sembrano confermare questo andazzo.

La prima è il numero dei feriti ed il morto per i botti di fine anno. Ho visto pubblicità televisive che dicevano di evitare di rischiare di farsi male, tanti appelli a lasciar perdere, c'era anche la crisi che (me ingenuo!) mi faceva supporre che magari la gente non spendesse soldi in botti. Ahimè, tutto falso.
In più, ho visto un servizio nel quale si diceva che la gente continua a farsi male, in quanto va a cercare i botti inesplosi, li maneggia e cerca di accenderli. Idioti al quadrato.
Da qualche anno ho smesso di dispiacermi per questa gente. Saranno anche ben cazzi loro.

La seconda è il calendario fatto ad Avetrana per "ricordare" la povera ragazza ammazzata tempo fa. Niente di male ci sarebbe, se non il fatto che la presentazione del calendario stesso è stata ampiamente pubblicizzata con la partecipazione del bellone di turno, uno che va a fare di quelle trasmissioni super idiote, credo sia "Uomini e donne", o roba del genere.
Il politico di turno ha dichiarato che è stupefatto dall'indignazione "dei soliti benpensanti". Io invece non sono stupefatto dalla sua idiozia, guarda un po'.

Sto diventando acido con l'età? Può darsi.
Secondo me però sono loro che sono idioti.
Voi che ne pensate? Invecchiamento mio o idiozia loro?