domenica 4 novembre 2012

Prospettiva

Quando si dice, mettere le cose in prospettiva.
Succedono cose, si vedono cose, si ascoltano cose. Ci si arrabbia, si discute, si è nervosi. Ogni cosa sembra importante, vitale, improrogabile. 
Si corre, mille impegni, mille cose da fare. Tutte importanti.
Poi ti succede qualcosa, e ti fermi. Tutto sembra così stupido, dopo.

All'inizio di ottobre (sembrano passati anni, ma è solo un mese), Gianluca ed io eravamo appena tornati da una trasferta arbitrale, l'ultima dell'anno, la finale di Coppa Italia di A2, a Sesto Fiorentino. Arrivati a casa, io vado avanti con il borsone, dico all'amico di entrare un attimo, vieni a salutare Marina, e intanto ti faccio vedere l'ultima gattina.
Sono nel vialetto, Gianluca è dietro di me. Sento una macchina che passa veloce, un tonfo. Mi giro.
Gianluca mi dice, non guardare, è un gatto. Sa che amo i gatti. Forse inconsciamente sa già cos'è successo. Corro, guardo. E' la mia gatta più vecchia. Ha gli occhi sbarrati, perde sangue dal naso. Ha due contrazioni fortissime, poi più niente.
Grido a Gianluca, chiama Marina!

Cipolla è morta. Era con noi da dodici anni. Era una della famiglia. Aveva tanti problemi, Cipolla. Quando è arrivata, dodici anni fa, puzzava come una capra, e le lacrimavano gli occhi. Il  nome è venuto di conseguenza. Gli occhi hanno continuato a lacrimare sempre, poi aveva un problema alle zampe dietro, e aveva perso tutti i denti. Probabilmente, Cipolla sarebbe durata poco, là fuori. Invece, con noi, è durata dodici anni. Ma poi una macchina che andava troppo forte se l'è portata via.

Marina esce di casa lentamente. Da un po' di tempo è stanca, riesce a fare poco. Lo dice a Gianluca. Non sto mica tanto bene. Sono stanca.
Cipolla è a terra, fredda. E Marina è un po' più stanca.

La settimana successiva, Marina è ancora più stanca. E allora decidiamo di fare gli esami del sangue. Sarà solo un po' di anemia, vedrai. Al giovedì mattina Marina fa gli esami del sangue. Il giorno dopo, è al Pronto Soccorso. Chi ha fatto le analisi ha visto che qualcosa non va, avvisa il medico di famiglia, e Marina è catapultata al Pronto Soccorso. Con lei c'è Eleonora, laureata in Tecniche di Laboratorio Biomedico, studentessa di Medicina al secondo anno. Di analisi del sangue Eleonora ne ha fatte migliaia, sa cosa vogliono dire quei numeri, sa leggere oltre. Il medico scrive sospetta LLA, ed Eleonora guarda gli esami, e vede qualcosa che subito rifiuta di recepire. Chiede ai medici del Pronto Soccorso. Capisce. Mi telefona. "Paolo, sospettano una leucemia".

Ecco, questi sono i momenti nei quali metti tutto in prospettiva. Quando ricevo la telefonata, sono a piedi che sto raggiungendo la macchina. Volevo andare all'Ospedale, sospettavo qualcosa, volevo esserci. L'espressione "ti manca il terreno sotto i piedi" è letterale, in quei momenti. Capisci che il quel momento la tua vita è cambiata, che probabilmente nulla sarà come prima. E cominci a pensare.

La ricoverano in Ematologia il giorno dopo. La notte Marina la passa in Pronto Soccorso, cercando di dormire in un box emergenza, con un neon sparato nei denti. Dormirà, credo, dieci minuti. Io, a letto, comodo, al buio, ne dormirò credo cinque. Alle sei del mattino sono già là. La ricoverano alle quattro del pomeriggio. E' sabato.
Ematologia è un reparto allucinante. Arriviamo, lei entra, noi restiamo fuori. Nella mia beata ignoranza credevo di tenerle compagnia, di installarmi lì con lei. Nessuno entra, in Ematologia. Ci sono orari fissi, rigidi, e per entrare devi seguire tutto un iter, lavaggio, vestizione, mascherina. Ed entra uno per volta. Noi siamo in tre. Non è orario di visita, lei entra da sola, e noi restiamo fuori.

Uno dei medici che la segue è un'amica di Eleonora. Ci apre il cuore. "Qualcosa non mi convince, non ha la faccia da leucemica". Com'è la faccia da leucemica? Capisco poi dopo quando entro. Tutti quelli che lavorano in Ematologia per me sono eroi. Anzi, Eroi. Con la maiuscola. Chi è ricoverato lì non ha esattamente la tosse ed il raffreddore. Chi è ricoverato lì lotta tutti i giorni, per vivere un po' di più. Chi lavora lì lo sa, e aiuta, sorregge, fa il tifo. Sono convinto che questo non è un lavoro, non può esserlo. Deve essere una missione, altrimenti è una tortura. Sono dei Grandi. Appunto, degli Eroi.

Il lunedì le fanno tutti gli esami, e la verità salta fuori. Non è leucemia, ma un linfoma di tipo B. Curabile. Che bella parola è "curabile". Curabile. Sentite come suona bene.

Marina ha passato 22 giorni in Ematologia. Le hanno fatto il primo ciclo di chemio. E' un farmaco nuovo, ci hanno detto. Sperimentato, e messo a protocollo la settimana prima. Pare che sia più efficace e con meno effetti collaterali. Vedremo. Certo, il primo ciclo è stato pesante da sopportare. Speriamo migliori. Certo che avere un male del quale temi sia gli effetti che la cura non è il massimo. Sui limiti e sull'etica della chemioterapia hanno scritto in tanti, e tutti più competenti di me. Da profano, mi vien da dire che è come cercare di togliere le erbacce in un campo con il Napalm. Certo, le erbacce non crescono. Però...

In questo ultimo mese quindi ho messo un po' tutto in prospettiva.  Cose che sembravano prima vitali e fondamentali, adesso mi sembrano un po' sciocche. Cambierà, sicuro. E da una parte, speriamo. Però per il momento è così. Una cosa però mi sento di dirla. Se sentite di un vostro amico, parente o conoscente che è in difficoltà di salute, mandategli un messaggio di sostegno, non abbiate paura di disturbare. Magari non siate invadenti, cercando di fare visita di persona o telefonando a ripetizione. Ma un messaggio, un sms, anche un post di Facebook fanno effetto. Si sente che là fuori c'è gente che ti pensa, e che spera per te che vada tutto bene. E' utile, e ti dà forza.

Adesso cominciamo una nuova fase, la cura. Marina è a casa. I gatti superstiti la coccolano. La nuova piccola arrivata porta allegria, e tutto è positivo.
Adesso immagino capite perchè ultimamente sono un po' criptico su Facebook, e solo ultimamente sono tornato attivo. Chi ha saputo e chi ci ha sostenuto ha il mio forte ringraziamento. Chi non ha saputo, mi perdoni, ma avevo altro in mente che far girare i messaggi.

Da oggi riprendiamo a comunicare. Spero gradiate.