lunedì 14 marzo 2016

Pensieri

Questa sera mi sono ritrovato a pensare, e non succede di rado, che mi piacerebbe davvero avere più tempo per scrivere. Scrivere è una cosa che da sempre mi attira, ma che non molto spesso riesco a fare con costrutto.
Qualche anno fa ho avuto un po’ di tempo libero, e ho scritto due racconti. Le idee mi verrebbero anche, ma un po’ per pigrizia, un po’ per mancanza di tempo, e un po’ perchè quando poi il tempo lo trovo, ho dell’altro da fare, non riesco mai a metterlo in pratica.
Stasera mi sono ricordato che ho un blog, anche se lo popolo pochissimo.
Gli ultimi post sono sul viaggio in Spagna, in Andalusia, a Cadice e Siviglia. Sono passati sei mesi, e il blog è lì, che prende polvere.
Bisognerà pur rinverdirlo.
Sta per ricominciare la stagione di softball, ma per ovvi motivi, di quello non posso parlare. Certo, se ne parlassi, avrei sicuramente più tempo libero, perché mi sospenderebbero…. Ma non è quello che voglio. Primo, perchè non mi va di farmi sospendere, mi diverto ancora troppo ad andare in campo; secondo, perché non è detto che mi metta a dire cose “politiche”, ma mi limiterei al campo. Ma non si può, e allora niente.
Fra un mese c’è un referendum, in Italia. Quello sulle trivelle. Come sempre, i referendum in Italia sono osteggiati dal potere, tant’è che non se ne parla. Moltissima gente non sa neppure che ci sarà un referendum, fra un mese. 
E allora, per beghe politiche, si perderà un’altra occasione, per fare cultura. Per far capire perchè i referendum sono stati chiesti, perchè c’è chi voterà Sì, e perchè c’è chi voterà No. Si perderà un altra occasione per far crescere il livello di cultura in questo paese. L’ennesima.
Io non ho certezze. Sono portato a pensare di votare Sì, ma tornerò sull’argomento, perchè ho letto alcune considerazioni di chi vota No che non sono campate in aria, e potrebbero avere senso. Questo è fare cultura.
Sono fermamente convinto che il problema numero uno in Italia sia l’informazione.
Altrimenti non si spiegherebbe perchè se in TV va un renziano, le interviste sembrano chiacchierate al bar, mentre se ci va uno dei 5 stelle l’inervista sembra un interrogatorio del Kgb.
Per me, le interviste ai politici dovrebbero essere sempre interrogatori del Kgb. Ma non lo sono quasi mai.
Quando un politico fa propaganda, non succede mai che un giornalista si alza e dice: “Questo, caro lei, è falso, per questo, questo e quest’altro motivo”. Le poche volte che succede, si alza un tale pandemonio, che non si capisce più nulla. Lo chiamano “diritto di contraddittorio”. Per me, è solo casino.
Bisogna allora che io torni un po’ a scrivere, magari facendo le ore piccole, ma scrivere. Far sapere. Condividere. Parlare.
Cominciamo così, con due note quasi notturne, in attesa di una settimana intensa.
Mercoledì farò un’esperienza nuova, sulla quale tornerò. Da giovedì sarò invece impegnato ancora col softball, ma cercherò di pensare, condividere e parlare ugualmente.
Stavolta ci risentiremo presto, lo prometto.

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