venerdì 26 novembre 2010

Birmania e Fra Martino Campanaro


Quando penso alla Birmania, penso a questa foto.
L'ho scattata sul Lago Inle, in un asilo. Il Lago è piuttosto grande, e gli abitanti, oltre che sulle rive, vivono su delle palafitte che si alzano anche in mezzo al lago, e coltivano ortaggi et similia su orti galleggianti che punteggiano il lago stesso qua e là.
La guida fermò la barca e ci fece salire su una palafitta, vicino alla riva. Le baracche erano collegate l'una all'altra, e ci offrì un piccolo giro, fuori programma. Dietro un angolo, vidi questa finestra, e i bimbi affacciati.
Ci spiegò che era un asilo. C'erano una ventina di bambini, piccolissimi.
Spiegò loro che eravamo "turisti". Chissà che significato ha per loro questa parola. Chissà se capiscono da dove veniamo. Chissà se sanno cosa c'è al di là della palafitta, al di là del lago, al di là del mondo.
Si sedettero tutti sulle scale e cantarono. Ci cantarono una canzoncina birmana, incomprensibile, ma comprensibilissima era la musica: Frà Martino Campanaro.
Ancora una volta, rivivendo quella scena, mi vengono i brividi. Mia moglie riuscì, commossa, a filmare tutto. Era la prova che non avevamo sognato.
Tutte le volte che sento parlare della Birmania, mi vengono in mente quei bambini, e quei giovani che guidavano le barche remando con i piedi.

Ora, ho saputo che "La Signora", Aung San Suu Kyi, è stata liberata. E ripenso a quei bambini sul lago Inle, a tutti gli altri bambini sorridenti e tristi nello stesso tempo che abbiamo incontrato in Birmania.
Ci dissero, non andate, aiutate solamente la dittatura. Non andate, dobbiamo isolarli.
Io invece sono contento di essere andato, e ci tornerei pure. Credo che sia importante per loro sapere che non tutto il mondo li ignora.
Una delle guide che ci ha portato in Birmania anni dopo è riuscito a venire in Italia. E' venuto a Parma, l' abbiamo ospitato, e gli abbiamo fatto vedere la città.
In piazza Garibaldi c'è un manifesto, enorme, appeso sotto i portali del Comune. C'è la foto della Signora, con la scritta Liberate Aung San Suu Kyi.
Lo ha guardato, stupito. Gli sono venute le lacrime agli occhi, e ha sussurrato "Grazie, Comune di Parma...".
L'altro giorno, La Signora è tornata in libertà.
Ed io ho ripensato ai bambini del Lago Inle, e a Fra Martino Campanaro.

3 commenti:

  1. Ti ringrazio per le parole.
    La Birmania è un paese bellissimo, abitato da gente stupenda, oppresso dalla peggior dittatura che esiste al mondo.
    Il mio pensiero va a loro, a quei bambini, e a tutti coloro che abbiamo conosciuto là.

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